Recensioni

Strawberry Panic

Strawberry Panic ci porta all’interno di alcune scuole per ragazze e ci racconta le difficili relazioni d’amore.

Strawberry Panic
Artista: Sakurako Kimino e Namuchi Takumi – Studio: MadHouse
Drama, Romanticiamo, Yuri

Trama – Ambientazione –
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Shizuma Hanazono

Sulla collina di Astrea sono ubicate tre famose scuole costruite nel tempo una dopo l’altra e condividono alcune strutture assieme: tra queste ci sono la chiesa, la palestra e altre zone esterne a quelle in cui sono presenti le classi.
Queste tre scuole sono aperte soltanto per le ragazze e differiscono tra loro per i corsi di studio che propongono. Alla St. Miator si fanno studi rivolti a formare donne “da marito”, mentre alla St. Spica offrono corsi per formare persone più alla moda, capaci di confrontarsi con la vita di tutti i giorni, oltre che nelle attività sportive. In ultima abbiamo la St. Lulim che rappresenta la forma più recente di scuola superiore giapponese, con tanto di clubs e attività a scelta personale della studentessa.
Il centro di tutto, però, è Ichigo-sha: il dormitorio dove tutte vanno a dormire alla sera, due per stanza.

Queste differenti tipologie di scuola renderanno diverse le relazioni tra le varie studentesse specialmente per quanto concerne l’amore: i personaggi principali studiano alla St. Miator e alla St. Spica.

Trama – Quella sconosciuta –

La trama è quasi inesistente e tutto ruota attorno ai personaggi presenti: Shizuma Hanazono è l’attuale Etoile, o rappresentante delle tre scuole, carica tra le più importanti di tutte e tre le scuole. Nagisa Aoi, invece, si è appena trasferita dopo che i suoi genitori sono stati costretti a partire e lasciare il Giappone per motivi non del tutto chiari. Tanto allegra e spensierata è Nagisa, quanto decisa e seria è Shizuma e il primo loro incontro non porta nulla di buono in quanto quest’ultima non esiterà a tentare di baciare la nuova arrivata, più per divertimento che altro.
Da questo momento in poi vivremo il loro difficoltoso rapporto fatto da ricordi negativi, atteggiamenti complicati e scontri-incontri.
In aggiunta alla loro relazione vedremo come si svilupperà quella all’interno delle mura della St. Spica tra la cavallerizza Amane e la cantante del coro Hikari.

Gli intrecci romantici tra i vari personaggi non mancheranno anche se l’unica cosa buona di questa storia è l’idea di base. La sua traduzione in serie animata è venuta piuttosto male con molti lati negativi e pochi positivi. Questi ultimi non sopperiscono alle gravi mancanze di coerenza e gestione delle poche interessanti situazioni giornaliere.


Personaggi – Tanti e diversi –

La presenza di così tanti personaggi, più o meno importanti per la storia, di solito, crea un sacco di problemi perché gestirli tutti non è affatto facile. L’autrice, invece, dimostra che, da questo punto di vista, ha le idee chiare. Seguendo la descrizione delle tre scuole arriviamo ad avere dei personaggi molto rigidi e ligi ai compiti a loro assegnati cui viene vietato qualsiasi atteggiamento fuori luogo oppure dei personaggi sempre pronti a battagliare per le cose che ritengono giuste cercando di imporsi, anche inutilmente.
Alla fine ci ritroviamo con una ventina di personaggi totali la cui metà è quasi sempre presente in ogni episodio e devo ammettere che le loro diversità mi piacciono parecchio.

Sono, purtroppo, vittime della scarsa qualità della sceneggiatura e subiscono l’incapacità dell’autrice nel dare una stabilità alla trama. Strawberry Panic predilige la relazione tra i personaggi piuttosto che una trama di base, ma senza di questa non ne può uscire una buona serie. L’unico titolo, forse, che si salva avendo poca trama è Toradora, ma lì i personaggi sono relativamente pochi.

Personaggi – Troppa incoerenza –

La mia preferita è, per ovvi motivi, la presidente della St. Lulim, Chikaru,  portatrice di divertimento e leggera allegria.
Altri personaggi degni di nota sono Yaya e la coppia di cattive ragazze della St. Spica: Kaname e Momori. Gli altri personaggi, per un motivo o per un altro tendono a non essere coerenti all’interno dei 26 episodi: Nagisa è alquanto stupidina nei modi arrivando a non capire l’ovvio; salvo poi compiere pensieri profondi sulla relazione con Shizuma.
Miyuki fa la parte della donna matura e capace, gestisce tutta St. Miator come se non avesse fatto altro nella vita salvo poi piangere alla prima occasione in cui serviva che qualcuno piangesse.
Abbiamo persino una bambina ritardata che dorme e parla con un orsacchiotto di peluche, ma che si scopre essere veggente quando si rivolge a Nagisa. Abbiamo molti personaggi interessanti che si perdono in atteggiamenti molto poco veritieri.

Tamao, Amane e Hikari, sono gli altri personaggi principali, ma alquanto anonimi e posso dire di salvare solo Tamao, che rimane se stessa per tutta la serie. La relazione tra Amane e Hikari è la classica fiaba della ragazza che sogna il principe sul cavallo bianco. Bright Star, appunto, è un cavallo bianco con poteri telepatici tanto da salvare Hikari lontana qualche chilometro sentendola in pericolo. Amane, purtroppo viene rappresentata come un uomo, punto e basta.


Animazione
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Nagisa Aoi

Il livello dell’animazione di Strawberry Panic è mediocre, in quanto abbiamo un buon livello di resa grafica generale ed un pessimo uso di eventuali effetti. Trattandosi di un anime di qualche anno fa, manchiamo delle ultime tecnologie, ma avrei preferito non vedere certi cliché in stile Mazinga Z o mecha anni 80. Molto belli gli sfondi quando abbiamo una vista dall’alto anche se c’è qualche problema di misura sulla collina Astrea. Stando a certe inquadrature la chiesa sembra lontana chilometri dalle tre scuole, figuriamoci il lago.

Immaginarsi l’esser dentro St. Miator è molto facile grazie alle molte inquadrature e dettagli forniti dei corridoi e delle stanze, ma è altresì un peccato non sapere praticamente niente degli interni delle altre due scuole. Eppure la storia d’amore tra Amane e Hikari dovrebbe far parte della St. Spica. Tutto gira dentro le mura del dormitorio che no, non ricorda la forma di una fragola, nonostante il nome. Altra nota negativa riguarda l’uso eccessivo dei tramonti in cui succede sempre qualcosa di romantico/catastrofico.


Sonoro

Un aspetto positivo quasi in tutto è il comparto audio provvisto di varie musiche classiche, cantate e non dal coro, con doppiatori ben selezionati per rappresentare le tante e diverse ragazze presenti nella storia. L’unico neo riguarda il riutilizzo di alcune canzoni, sempre nella stessa tipologia di scena, che dopo qualche ascolto risultano noiose. Qualche canzoncina romantica in più non avrebbe di certo fatto schifo.
Per quanto riguarda le sigle abbiamo qualche problema nella loro scelta. Se la opening iniziale, della prima metà, è facilmente dimenticabile nonostante dovrebbe essere la più rappresentativa, molto più orecchiabile è la prima ending. Al contrario è orecchiabile la seconda opening tanto quanto è brutta la seconda ending. L’ultima ending, invece, riguarda solo l’ultimo episodio, ma non è da confrontare in quanto è immersa nel momento clou della serie e ci si perde dentro.


Per quanto riguarda le sigle abbiamo qualche problema nella loro scelta. Se la opening iniziale, della prima metà, è facilmente dimenticabile nonostante dovrebbe essere la più rappresentativa, molto più orecchiabile è la prima ending. Al contrario è orecchiabile la seconda opening tanto quanto è brutta la seconda ending. L’ultima ending, invece, riguarda solo l’ultimo episodio, ma non è da confrontare in quanto è immersa nel momento clou della serie e ci si perde dentro.

Sigla iniziale :
  • “Shoujo Meiro de Tsukamaete” di Aki Misato
  • “Kuchibiru Daydream” di Aki Misato
Sigla finale :
  • “Himitsu Dolls” di Mai Nakahara e Ai Shimizu
  •  “Ichigo Tsumi Monogatari” di Mai Nakahara e Ai Shimizu
  • “Shoujo Meiro de Tsukamaete” di Aki Misato

Opinione finale su Strawberry Panic

Se tutto, ma proprio tutto, fosse girato semplicemente tra la diversità di approccio delle scuole e dalle tante ragazze protagoniste forse avremo potuto assistere più piacevolmente allo sbocciare di nuovi amori. Invece, l’insistenza con la quale l’autrice della storia inserisce eventi inutili, falsi e ridicoli finisce con il rendere noiosa la visione di molti episodi chiave. Già il primo episodio basta e avanza per farvi capire quello che si andrà a vedere: Nagisa arriva a scuola per la prima volta, corre a caso per qualche metro poi prende un piccolo dirupo oltre la strada, cade per terra di fronte a Shizuma ed ecco che rimane impietrita mentre questa cerca di baciarla.
E non è nemmeno la cosa peggiore cui dovrete passare se volete vedere tutta la serie.

Stando alla wiki pare che sia stato un titolo alquanto famoso e che questa serie sia solo una delle ultime uscite, ma, onestamente, mi chiedo come sia possibile. Presumo che la storia all’interno di novel e manga sia migliore, ma non mi aspetto di poter leggere chissà quali profonde e coerenti relazioni.

A conti fatti, l’approccio più reale della relazione d’amore è una delle poche cose che rende questo titolo degno di rappresentare il genere Yuri; quantomeno si assiste al fatto che le ragazze che formano coppie fanno sesso. Purtroppo il resto è quasi tutto da buttare.
L’ultima cosa che ancora non capisco ed è stata abbandonata nei titoli nuovi del genere riguarda la vergine Maria. Per quale motivo dovrebbe essere sinonimo di amore tra donne? E perché le scuole per sole ragazze la dovrebbero pregare quanto e più di altre divinità? Non avrò una risposta, ma posso dire che Marimite, in questo, ha fatto cattiva scuola.

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